9 maggio - 15 maggio
Estratti dai sogni
Mi imbatto in 3 uomini di un paese lontano, forse mediorientali, che stanno riparando -o costruendo- proprio una scarpa, una Converse bianca e nera. Mi fermo a sentire i loro discorsi, ma mi raccontano una storia strana, su di un loro amico, che non capisco. Sembra drammatica eppure ridono.
Poi capisco: l'America, l'anniversario delle imprese spaziali e le loro tecniche subdole di invasione degli altri paesi. Ed ecco che mentre ne parliamo spuntano dei camion lunghi, blu, opachi che corrono a due a due in parallelo prendendo tutta la strada. Iniziamo a seguirli di corsa: è una manifestazione spontanea!
E si era tutti per strada, ma tanti, tantissimi. Formazione a maglia larga, su ampi stradoni di asfalto che s’impennavano come colli di drago grigio, liscio; e poi giù di nuovo nella città, nelle piante dei giardini, nelle biciclette e nei marciapiedi.
[…]
Un uomo sta montando la lampada di un lampione, e mi accorgo che la luce sul retro della proiezione del fascio, ha come delle fettucce, e si sente o in dialogo o come voce, non saprei, la descrizione di questa luce, in inglese con la parola shades and shutter. In effetti la parte posteriore della lampada non è buia, ma proietta delle strisce di luce, come quelle che passano attraverso le veneziane. L'uomo che monta la lampada su una scala descrive il funzionamento comparandolo con una lampada normale e mentre descrive la lampada compaiono come delle proiezioni, tipo slide, con le istruzioni di funzionamento delle lampade (disegni molto dettagliati che indicano la rifrazione della luce, in bianco e grigio chiarissimo). Finché le due lampade si invertono nell'ordine delle slide. C'è un po' di confusione, l'uomo scende dalla scala e si avvicina per continuare la descrizione, viene molto vicino a me e mi accorgo che ci sta provando, in maniera per me fastidiosa, viene sempre più vicino a me parlando. C'è il mio compagno vicino a me. E nella conversazione viene fuori che festeggiamo tutti gli anni i nostri compleanni con una lunga festa che dura tutto un giorno, dall'una di pomeriggio in poi. Ho un vago sentore che prima di questa scena ci fosse un viaggio.
Il viaggio l'ho fatto, eravamo su un bus in un gruppo di amici e io per rimontare l'ombrello rimango sull'autobus mentre loro scendono, poi chiedo all'autista subito di farmi scendere implorandolo ma niente lui continua imperterrito a girare l'angolo quasi all'infinito, appena apre poi le porte per farmi scendere non c'è più nessuno, e vado a naso nel paese forse abruzzese, senza mappa, senza numeri di telefono, ho solo un vecchio cellulare con un tasto centrale simile a un joystick, e compaiono pochi messaggi animati come in una ricapitolazione dei miei affetti. Il paese sembra un bel pò sopra il livello del mare. Nel buio totale di questo paese era visibile soltanto la lamina sottile della parte alta della basilica, in marmo chiaro, come il punto di bianco di una fotografia sottoesposta.
Tutto attorno un vago profumo di fiori bagnati, ma tutte le strade intimorivano come vuote prospettive nel nulla umido e io che aspettavo non si sa come di ritrovare il gruppo, sotto l'insegna a neon bianco fredda e celeste di un negozio di giocattoli dall'atmosfera portuale, un grosso uomo in canottiera mi indicava la piazza centrale, vuota, non si vede a più di pochi metri dal naso, ma non per
nebbia, non ci sono lampioni accesi forse è questo il punto.
A un tratto compare mio fratello. La gioia di averlo rivisto, che mi aveva ritrovata, è indicibile.
2 maggio - 8 maggio
Estratti dai sogni
Santiago.
Sono con un istruttore di canoa con scarsa sensibilità umana ma molto esperto.
Mi parla di quando hanno disorientato uno squalo di notte spegnendo tutti i lumini tranne quello di una canoa lasciata vuota.
E di quando un altro l’ha azzannato al collo, e lui temeva vermente di soffocare nonostante tutta l’esperienza e la forza.
Il panorama si dischiude in un carillon di monumenti coloratissimi al posto delle onde, che posso vedere dall’alto dopo aver messo in sicurezza le due canoe di cui mi devo occupare.
[…] Sono stanca e mi metto a dormire su un letto molto semplice. Mi sveglio sola e triste. Salgo sul tetto, mi guardo intorno e sentendomi oppressa decido di far visita a un amico, che abita piuttosto lontano. […]
[…] Mio fratello solleva la casa e la lancia sul monte. La casa, leggerissima, vola fino in cima. Quindi ci incamminiamo a piedi risalendo il sentiero e, una volta arrivati, ci accorgiamo che la struttura è perfettamente integra e pare una villa nel bosco in questo ambiente montano. Entriamo e sembra spaziosissima, tutto funziona: è abitabile.
25 aprile - 1 maggio
Estratti dai sogni
Lavoro. Email con destinatario e oggetto scritti in grassetto sbagliati. Colleghi che non mi mancano per niente ma io manco a loro, a quanto mi dicono.
Discutevo vestita da cavallo con un’amica stesa in un’isola spartitraffico, su questioni urbanistiche legate al quartiere Flaminio, lo dicevo “baciato dall’acqua”, guardando verso l’alto le sue piatte palazzine anni 40, il cielo giallo e celeste di Roma. Sono dentro un cornetto al cioccolato, un ambiente luminoso e molto spazioso, i filamenti scuri che pendono dal tetto a volta come le bende nere delle installazioni di Esther Stocker.
Più avanti siedo nuda abbracciandomi le ginocchia di fronte a un ragazzo che mi sta facendo la corte,
la famiglia chiama dal Costarica mia mamma.
In soggiorno a casa dei miei, mio padre ci sta concitatamente spiegando come vede la nuova disposizione dei mobili, più che urgente si vede quanto per lui sia di vitale importanza, scaffali minimali al posto del televisore, Bisogna spostare tutto, vede propriamente i colori, il pianoforte al centro.
È più giovane, come quando sono nata.
Una capretta era arrabbiata, io stavo correndo al balcone, poi c’era una strada di sassi, quella in cui siamo andati giù, poi ho corso e c’era ancora la capretta arrabbiata che mi ha fatto cadere. Non mi ha fatto male però.
18 aprile - 24 aprile
Estratti dai sogni
Mi trovavo ad una fiera del libro con mia madre. Era una fiera all'aperto in una città con dei vicoli stretti e dei piccoli piazzali o cortili interni. Canticchiavo una canzone di Franco Battiato mentre osservavo le bancarelle, forse "centro di gravità permanente", ma non sono sicura. Giro l'angolo e trovo proprio Franco Battiato che mi sorride e gli dico "scusi, giuro che non sapevo fosse qui anche lei". Lui ride e mi dice "Tranquilla, ti credo". Mi metto a guardare la bancarella con i libri e lui si avvicina alla bancarella e ne prende uno con la copertina blu rigida e me lo mostra. Mi dice "Vedi, per tutta la vita ci hanno detto di non giudicare un libro dalla copertina, ma prendi questo per esempio. E' un libro nuovo, ma la copertina rigida che sembra una volta a cassettoni, somiglia stilisticamente a copertine di antichissimi testi." Annuisco. "questo libro è nuovo, è nato da poco, ma ha un'antica provenienza" Guardo il libro e noto, non il titolo, ma le costellazioni incise sopra, a mo' di decorazione.
[...] Una pianta di melograno con il tronco uniforme e lungo e i rami che si allargano perpendicolari e singoli da esso. E' su una piattaforma, come fosse uno di quei carri di una volta per il trasporto su rotaia. [...]
Ero al telefono con qualcuno quando mi accorgo di avere un taglio sul braccio, appena sopra al gomito. Un taglio chirurgico, sottile e preciso. Mi domando come mai nonostante sia molto esteso, non avverto dolore. Chiudo la telefonata, poso il telefono e prendo ad analizzare la cosa, accorgendomi che il taglio era molto profondo e inclinato, in pratica era come se mi preparasse ad una sorta di muta, con uno strato di circa 4 millimetri di pelle e carne pronto ad essere sfilato via, rivelando al di sotto un'altra me, più magra di 4 millimetri e di un colorito di parecchi toni più chiaro del mio attuale. La cosa mi metteva parecchia inquietudine e iniziavo a cercare qualche medicinale cicatrizzante per vedere se riuscivo a "chiudermi".
2 maggio - 8 maggio
Estratti dai sogni
[...] Alloggiavamo in una stanza che faceva parte di una struttura antichissima, forse preistorica, come scavata in parte nella terra, nel tufo. Oltre alla nostra stanza ce n'erano altre due, una probabilmente vuota (gli altri ospiti erano già partiti?) e l'altra con una vasca dedicata alla sauna.
Dalla finestra si vedeva il pendio di una collina con piccole costruzioni di pietra, piante, vialetti e qualcuno che ci camminava. Mi dava una gran bella sensazione e mi incuriosiva, anch'io ci avrei fatto volentieri due passi per vedere meglio di cosa si trattasse, chissà da dove si entrava, forse laggiù a destra, dietro alla torre. Poi però capivo che era un cimitero, ma questa scoperta non toglieva tuttavia quest'aura positiva. [...]
[..] E' nato un fratello gemello di mio fratello, è il primo caso di omozigote a distanza nel tempo.
Sarà la fotografia della fotografia di lui da cucciolo che dorme steso a pancia sotto con i capelli a caschetto, primo piano del viso su lenzuola celeste scuro.
Ha anche per ora le fattezze del dinosauro o della pianta, radici aeree verdi crescono mentre riposa come un involucro sull’amaca, siamo in estate.
E siamo così felici, io mi do da fare con i bimbi insegnando a farli correre dopo i primi passi ridendo, ma riconosco il mondo fuori è caldo e deserto. [...]
4 aprile - 10 aprile
Estratti dai sogni
28 marzo - 3 aprile
Estratti dai sogni
Osservo la rampa verso il basso di una prigione garage. Poi c’è movimento, mi muovo anch’io per non dare nell’occhio.
Sera; dentro una macchina sopraelevata, vediamo un orso seduto al posto del passeggero aggredire la persona che è alla guida.
Facciamo spergiuri che si salvi, la macchina traballa tutta.
Dopo qualche minuto l’uomo esce, non è morto.
Ha su tutto il corpo, i segni lunghi delle zampate dell’orso come fossero cavi scuri di ferro delle funivie sottopelle.
È vivo.